Spesso si sente dire che le patate cotte non vanno assolutamente conservate in frigorifero perché possono diventare tossiche e rilasciare sostanze pericolose per la salute. Ma è davvero così?

Scopriamo qual è la verità e se ci sono dei fondamenti scientifici a riguardo.

Ciò che fa temere che le patate cotte, specialmente quelle lesse, siano tossiche se conservate in frigo è una vecchia credenza legata all’annerimento rapido che le colpisce. Questo fenomeno è dovuto alla grande presenza di ferro delle patate che a contatto con l’aria dopo la cottura si ossida conferendo loro un colore grigiastro che scoraggia dal mangiarle, ma in realtà a parte l’estetica questo aspetto non influisce assolutamente con le caratteristiche nutrizionali delle patate.

Per prevenire questo inconveniente si possono conservare le patate lesse con la buccia avvolte nella pellicola e riposte in frigorifero per massimo 48 ore, ma è comunque bene evitare di consumarle dopo questo tempo perché la presenza di acqua è terreno fertile per batteri e microrganismi dannosi per la salute.

Nel caso di preparazioni a base di patate già condite o di piatti composti da più ingredienti la conservazione è diversa perché le patate tendono ad assorbire i sapori e gli odori degli altri cibi, per cui è meglio consumarli al massimo il giorno successivo alla preparazione o rischiamo di trovarci in bocca patate viscide e collose.

In ogni caso la conservazione in frigorifero è sicuramente raccomandata rispetto alla conservazione a temperatura ambiente dato che è molto più alto il rischio di formazione di batteri in un ambiente caldo piuttosto che in uno freddo, l’importante è non superare i termini di tempo raccomandati per consumare i piatti che abbiamo avanzato in tutta sicurezza.

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